Non giudicare ciò che non conosci potresti sbagliarti e perdere qualcosa di prezioso.

Parliamo di opera lirica… ecco quindi un articolo che dire “palloso” è dir poco… io quasi quasi lascerei perdere non vorrei arrecare danni irreversibili alla vostra salute psicologica oppure in casi estremi “choc anafilattico da melodramma”!

Però magari soffrite di insonnia, avete terminato la vostra serie Netflix preferita oppure siete al bagno e come dire… alcune cosa a volte aiutano! Quindi potreste rischiare di leggerlo.

Magari poi scoprite che è pure interessante e che avete dato un nuovo “ingrediente” alla vostra fame di sapere.

Dai su proviamoci insieme!

OPERA LIRICA O MELODRAMMA?
opera lirica

Ma insomma questa musica “noiosa e antica” come la dobbiamo chiamare Opera Lirica o Melodramma?

Melodramma è assolutamente il termine migliore (anche se appesantisce già la cosa ancor di più), perché la parola stessa letteralmente spiegata ci porta a “Dramma in Musica”.

Ma diciamo che in qualunque modo la vogliate chiamare, l’importate è che se ne capisca la vera essenza ovvero: raccontare storie a volte reali a volte no in musica.

COME HO SCOPERTO L’OPERA LIRICA
opera lirica
Photo by Lucas Pezeta

Che dire la mia è stata una scoperta forzata direi.

Penso che voi e i vostri figli da piccoli abbiate ascoltato sigle di cartoni animati, canzoni dello Zecchino d’oro… insomma dalle Tagliatelle di Nonna Pina a Frozen per capirci.

Ecco io no!

Nipote di un soprano avevo come musica di sottofondo alla mie giornate arie dalla Sonnambula, dai Puritani , dalla Traviata…

Si perché la zia essendo soprano leggero mi propinava il suo repertorio fino a quando, a 5 anni, inizio a suonare il pianoforte e dopo tre lezioni la tanto amata “zietta cantante” arriva con lo spartito della Sonnambula (quella che già avevo spontaneamente ascoltato il loop per giorni e mesi) e dice… beh ora provi a suonarlo, no?

Che dire… sembra una sit-com ed invece sono momenti di ordinaria ma vera follia!!

Passano gli anni e non so se per scelta o necessità il mio amore per l’opera lirica aumenta sempre più.

A 14 anni ricordo ancora che mi addormentavo nel letto ascoltando la mie cassette di Traviata nel Walkman.

Una passione che diventa lavoro.

Passa qualche anno e mi diplomo in pianoforte e scopro che amo suonare più in formazione cameristica che come solista e ancor più amo fare il maestro collaboratore.

CHI E’ UN MAESTRO COLLABORATORE?
Photo by Cottonbro

Mi spiego subito!

I pianisti che accompagnano i cantanti lirici e che lavorano nei teatri “sostituendo” l’orchestra vengono cosi “titolati”.

Un lavoro meraviglioso, vedi nascere un personaggio, insieme al cantante cerchi ogni significato del testo e le sfumature musicali che possano rendere la parte sempre più Reale.

TRE BUONI MOTIVI PER PROVARCI ALMENO UNA VOLTA

Dai su fatti coraggio e prova a fare play.

Io ti lascio qualche link per iniziare senza cadere in “pesantitudini” che possono tediare anche una suora di clausura.

I tre buoni motivi…

  1. Come puoi non amare qualcosa che non conosci . Un po’ come il minestrone… quante volte la mamma ti ha detto “prima assaggi e sei poi non ti piace lo lasci!”?
  2. Musica, passione, emozioni non sono una ricetta vincente e coinvolgente? Pensate a quanti film d’amore da “Via col Vento” a le attuali serie Netflix ci hanno fatto sognare… ecco pensate l’opera nello stesso modo.
  3. Prova a essere TRASGRESSIVO davvero e quindi tutti ascoltano RAP e TRAP e io ascolto Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini. Che figo che sono!!!

Ora vi ho raccontato di me e del mio grande amore, spero di aver fatto innamorare anche qualcuno di voi o almeno di averlo leggermente sedotto. Non lasciatemi qui nell’incertezza e scrivetemi nei commenti come è andata… tipo come vi sentite post terapia!

Un travolgente abbraccio.

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